Minus.log
Blooming Festival (Pergola - PU), 2019
http://bloomingfestival.it/minus_log
Amo gli alberi. Sono come noi. Radici per terra e testa verso il cielo
Erri De Luca
Le nuvole in lento movimento in un cielo digitale sono il tema scelto dal duo Minus.log come simbolo e icona della trasformazione.
Il tempo proposto è un tempo che scorre calmo, lontano da quella quotidianità frenetica che contraddistingue la nostra epoca. Il pubblico è invitato a trovare il proprio ritmo, il proprio approccio all’opera. Il tappeto sonoro è scelto appositamente per aiutare lo spettatore a concentrarsi sulle immagini proiettate senza troppa interferenza. Viene offerto un contatto passivo con l’opera in assenza di ulteriori stimoli. Il movimento delle immagini è lentissimo per potersi concentrare sulle minime variazioni. Il brano del musicista francese Lexithimie non è sincronizzato con la proiezione del video per far sì che ogni istante sia differente dall’altro e che ogni esperienza sia unica e diversa dalle precedenti e dalle successive. Il che crea combinazioni sempre nuove tra immagini e suono, ed esperienze ogni volta diverse.
Il cielo dell’installazione è un cielo virtuale, realizzato conferendo movimento ad una foto: è quindi qualcosa di innaturale. Nella proiezione ci sono dei ‘gap’, delle fratture, per rendere il senso di come la percezione umana del tempo sia una costruzione: una riflessione affascinante e inquietante allo stesso momento.
Grazie all’uso di due proiezioni dello stesso video in momenti diversi, si produce uno sfasamento che, attraverso un gioco percettivo, da allo spettatore l’dea di attraversare fisicamente il tempo, di perdere il controllo della sua linearità.
Inoltre, all’uomo contemporaneo, abituato a vedere tutto mediato da uno schermo, si offre la possibilità di entrare in contatto con ciò di cui potrebbe fruire direttamente nel quotidiano attraverso il taglio digitale di questo campionamento.
É come se attraverso la digitalizzazione si rendesse il cielo degno di maggiore attenzione.
Il pannello su cui viene proiettata l’immagine diviene così una sorta di lente tra il naturale ed il digitale.
Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali
Gustave Flaubert