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C'É UN PIACERE NEI BOSCHI INESPLORATI...

Quanto e come la concezione contemporanea della Natura si avvicina a quella romantica? Quali aspetti della visione ottocentesca del Paesaggio giungono con le loro propaggini fino ai giorni nostri?

L'oggetto di questa indagine risulta ampio e articolato, poiché ampio e articolato è lo spettro ottenuto dalle molteplici interpretazioni che i romantici – artisti, filosofi e letterati – hanno sviluppato attorno a queste tematiche.

Partendo dall'analisi delle opere in mostra verranno evidenziati gli aspetti principali che accomunano gli artisti di oggi con quelli di ieri: si giungerà, così, a parlare di sublime e di pittoresco, di vanitas e di rovina, di solitudine e di abbandono, di sacralità, di interiorità e d'intuizione.


SUBLIME e PITTORESCO

Il Sublime e il Pittoresco sono i due sentimenti principali del romanticismo.

Il primo, così come teorizzato da Edmund Burke2 - e poi ripreso e sviluppato da Immanuel Kant nella Critica del Giudizio - si configura come una sensazione di stupore misto a sgomento e terrore che nasce dalla percezione dell'infinito e della sconfinata grandezza del creato rispetto all'uomo; è la reazione alla presa di coscienza emotiva della potenza irresistibile della natura dinnanzi alla sua rappresentazione.

Il secondo, invece, viene definito da Uvedale Price nel suo An essay on the picturesque (1794) come una categoria estetica connotata dall'esaltazione dell'istintività e dello sviluppo irregolare, tradotta in pittura mediante l'impiego di forti effetti chiaroscurali per le raffigurazioni di paesaggi selvaggi, caratterizzati dalla presenza di architetture e di rovine.

Protagonista assoluto del video di Elisa Caccioni è il giardino romantico 'all'inglese', un giardino che - abbandonate le regole della simmetria, della composizione unitaria, prospettica e geometrica del giardino 'all'italiana' – si propone come una copia della natura stessa, un'esaltazione della sua spontaneità e della sua libertà dalle costrizioni e dai formalismi; un giardino dove l'intervento dell'uomo diviene impercettibile, dove la vegetazione è selvatica e dove scoprire sentieri nascosti e angoli segreti. Attraverso le immagini e i suoni proposti dall'artista ci si può immergere in questa natura, vivendo la sua stessa esperienza di immersione in una realtà con la quale è stata lungamente a contatto per viverla e osservarla e poi documentarla nel dettaglio.

Il Tevere di Massimiliano Galliani è una sottile linea blu delineata con inchiostro cinese su carta di riso bianca. Un'opera minimale, raffinata, evocativa, una riproduzione minuziosa e fedele ottenuta mediante l'impiego di fotografie e di mappe satellitari. L'attenzione dell'artista, come confermato dall'intero corpus delle sue opere, si concentra sui dettagli, sulla possibilità di cogliere e di proporre prospettive diverse, di mettere in evidenza ciò che sfugge all'osservazione comune. 

Immaginazione, istinto e gesto: questi gli strumenti con cui Marco Luppi si approccia alla tela. I suoi paesaggi trasmettono una sensazione di solitudine e di abbandono, la figura umana è sottintesa, allusa, mai delineata direttamente. Il suo è un astrattattismo materico capace di trasmettere attraverso la scelta del soggetto, delle cromie e della composizione sentimenti ed emozioni differenti. In L'ineffabile silenzio della laguna i toni del grigio, del verde e i colori terrosi descrivono una natura sublime, un paesaggio romantico collocato in uno spazio e in un tempo indefiniti, un ambiente silenzioso e introspettivo.

Nel dipinto La cosa mortale (Rapimento) di Sergio Padovani, due figure si stagliano su un paesaggio buio, tenebroso, infernale. Il colore cupo del bitume, applicato unitamente all'olio e alla resina su rame, conferisce alla natura ritratta un aspetto perturbante. Il turbamento che nasce da questa visione è acuito dal monito che l'opera racchiude: l'unica possibilità di riscatto per l'uomo rispetto alla condanna biblica è data dalla dolorosa presa di coscienza di sé e del proprio destino segnato dall’appartenenza alla genia di coloro che, per verdetto divino, furono cacciati dal paradiso terrestre.

Giovanni Battista Piranesi è disegnatore, incisore e architetto veneziano dell'Ottocento, del quale sono noti al pubblico la passione per l'archeologia e l'interesse per il vedutismo e il capriccio architettonico. Nelle sue incisioni predomina la presenza dei ruderi classici e dei monumenti antichi - allegoria di una certa decadenza - siano essi rappresentati in maniera più fedele al reale o in versione più soggettiva di stampo onirico-fantastico-irrazionale.


VANITAS e ROVINA

I soggetti della vanitas e della rovina - ampiamente trattati dal Romanticismo in stretta relazione al sentimento del pittoresco di cui sopra - rappresentano concetti quali: lo scorrere del tempo, la transitorietà e il degradamento, il senso del vuoto, l'ineluttabilità della morte. 

La vanitas, in particolare, è un genere di natura morta che simboleggia la caducità della vita attraverso la presenza di elementi allegorici come teschi, clessidre, candele consumate, frutti ammaccati, fiori spezzati o appassiti. In questo scenario anche la rovina, vestigia e segno tangibile delle civiltà passate, funge da memento mori alludendo alla effimerità della condizione umana.

La terracotta invetriata In forma d'amore è la lettura che Andrea Capucci propone del tema del tempo, un tempo lento che si sviluppa per stratificazioni successive. È il tempo della relazione amorosa, del rapporto con l'altro, che si costruisce con lentezza e costanza, lasciando sedimentare – le une sulle altre – emozioni, gesti, attenzioni, esperienze condivise. Ma è anche il tempo della conoscenza, di un lavoro quotidiano naturale, come quello delle api, che produce bellezza e meraviglia.

I dipinti a olio su tela di lino di Andrea Chiesi ritraggono paesaggi contemporanei ove architetture industriali in abbandono, zone periferiche, aree urbane desolate, luoghi di transito come stazioni e porti vengono reinterpretati e trasformati in luoghi 'altri', spazi dell'immaginario pervasi da una sensazione di solitudine e di silenzio. La lentezza esecutiva e riflessiva della pittura contrasta e compensa l'immediatezza della fotografia, che rappresenta - nel processo artistico di Chiesi - solo il primo contatto con il mondo reale, la sua registrazione. Nei suoi cicli pittorici l'attenzione rimbalza dalla 'astrazione' delle strutture delineate allo studio più emotivo dei giochi di luce e ombra.

La ricerca di Luca Freschi si sviluppa attorno al tema del tempo e della memoria e trova applicazione in sculture realizzate con una tecnica mista che abbina il procedimento del calco, per la realizzazione di ceramiche, all'integrazione di object trouvés. Costante, nelle sue opere, la citazione di elementi classici reinterpretati in chiave contemporanea. Cariatide 03 (Civetta) e Natura morta con corvi rientrano a pieno titolo nel perimetro della vanitas configurandosi come una riflessione sulla vita e sulla fragilità umana. Entrambe le sculture in mostra sono caratterizzate da uno sviluppo verticale, ottenuto stratificando i vari elementi che le compongono; simili a totem si ergono maestose, austere e immobili, in un equilibrio perfetto.

Tavole di legno, lamiera, laterizio, materiali di recupero di varia natura costituiscono la grammatica alla base del linguaggio di Daniele Gagliardi. L'artista assembla tali elementi in strutture originali - installazioni site-specific - che attribuiscono una nuova identità, un nuovo significato, nonché una funzionalità differente a oggetti abbandonati e scartati. L'intervento di Gagliardi nel presente segna, così, per la materia impiegata il passaggio tra un passato ricco di memorie stratificate e un futuro al quale si affacciano in una forma vergine.

Le sculture di Michelangelo Galliani, due teschi inclinati e riversi su un fianco su una superficie di acciaio specchiante, rappresentano sia la caducità della vita che la possibilità di rinascita. I rami di vite che escono dal foro alla base del cranio - rivestiti di foglia di argento quello innestato nel marmo nero e in foglia d'oro quello innestato nell'onice - sono il simbolo di questo ritorno alla vita. La ricerca di Michelangelo Galliani si concentra sul frammento e sulla scelta dei materiali: le porzioni anatomiche scolpite con uno stile che si rifà alle sculture classiche vengono giustapposte a metalli come l'ottone, il piombo e il ferro, che traslano e ancorano i soggetti alla contemporaneità.

Le vanitas di Laura Serri sono sculture che si ergono in un equilibrio in apparenza precario, intrecciando - o forse sarebbe meglio dire affastellando - elementi naturali e arredi domestici, tenuti assieme, gli uni agli altri, da una vegetazione rampicante. Laddove cervi, cerbiatti e cerve, raffigurati nella loro interezza o con sineddoche tramite i loro palchi, rappresentano la parte istintiva e irrazionale, gli elementi del mobilio alludono all'aspetto più riflessivo, razionale, urbano e, per certi aspetti, anche consumistico del nostro essere. In questo dialogo fiabesco I conflitti sembrano ricomporsi e risolversi in un senso di stupore e di meraviglia. L'artista intende, così, suggerire un messaggio di speranza, affermare attraverso le sue opere che ogni rinnovamento è possibile.

Le 'nature morte' di Lilla Tabasso - espressione di un iperrealismo e di un naturalismo estremo - sono influenzate dalle opere dei Blaschka (vetrai boemi di fine Ottocento) ma rispetto a queste, sconfinano dall'ambito scientifico per approdare a pieno titolo a quello artistico. La tecnica impiegata per la lavorazione del vetro è quella della soffiatura e della modellazione della fiamma3 appresa dai mastri vetrai di Murano. La fragilità della materia, unitamente al soggetto rappresentato - i fiori recisi -, simboleggiano la caducità della vita terrena. Le sculture della Tabasso cercano di fissare l'attimo più bello e struggente per renderlo eterno e colmare, così, quella sensazione di vuoto che nasce dalla finitezza del piacere.


SOLITUDINE e ABBANDONO

Quella della solitudine e dell'abbandono è una dimensione che caratterizza fortemente non solo l'arte, ma anche la letteratura romantica. La solitudine, infatti, viene vissuta come condizione necessaria per la riflessione interiore, per abbandonarsi al pensiero e alla contemplazione del mondo naturale. Il Romanticismo esalta l'individualità e la soggettività in contrasto con la razionalità di stampo neoclassico e illuminista. Massima importanza vengono così a rivestire le emozioni e gli stati d'animo del singolo soggetto. Ed è sempre nel solco della solitudine e dell'abbandono che trovano collocazione e sviluppo le tendenze più visionarie ed oniriche della pittura romantica.

Luigi Ghirri è stato uno degli esponenti più significativi della fotografia concettuale italiana. Il suo approccio all'immagine è progettuale: ogni scatto è meditato e ponderato, studiato nei dettagli, costruito. La sua ricerca si concentra sul linguaggio dell'immagine, con l'intento di impiegare la fotografia come scrittura per una narrazione alternativa della realtà. Un'ulteriore peculiarità della sua produzione è l'impiego esclusivo della pellicola a colori. La presenza umana spesso è di spalle, sfuggente, quando non del tutto assente, da qui il senso di solitudine e di abbandono di certi suoi paesaggi.

Il fascino di Federica Giulianini per il tema dell'abbandono nasce dalla capacità che tale dimensione ha di sollevare nuovi interrogativi. Tutta la ricerca di questa artista ruota, infatti, attorno alla possibilità di offrire al proprio pubblico nuovi possibili scenari di senso e di interpretazione rispetto alle relazioni che sussistono tra il cosmo, il mito, l'uomo e la natura. Il sentire romantico si ravvisa nel poter attribuire ai valori del passato una dimensione contemporanea, restituendo loro un altro senso e proiettandoli verso il futuro. La suddetta congiunzione tra conoscenza, etica ed estetica viene operata attraverso la pittura, il segno e la scelta delle cromie.

Nel video Trust Me With Your Full Weight di Flavia Tritto una creatura 'aliena' si aggira silenziosa e solitaria in un campo di ulivi, sembra estranea al luogo, si muove lentamente alla ricerca di risposte che tenta di trovare nel contatto intimo con la natura. Origine e identità della figura, luogo e tempo non sono definiti con chiarezza: il pubblico è invitato a indugiare e a procedere per intuizione in una dimensione sospesa. La ricerca agita, così, dalla performer e dal pubblico è sia fisica che introspettiva.4


SACRALITÀ, INTERIORITÀ e INTUIZIONE

Il Romanticismo si caratterizza anche per un ritorno al ‘gusto medievale’ e con esso, alla correlata ricerca della fede. All’interno di una spiritualità riconquistata, si manifesta in tutte le arti uno slancio verso l’assoluto e l’infinito. Durante il Medioevo la religione rivestiva un ruolo prominente nella società e l’artista romantico, in riferimento a ciò, ricerca nella natura i segni del divino, proponendosi come tramite tra la spiritualità del mondo e quella di ciascun individuo

In Riccardo Albiero il disegno esce dalla 'bidimensionalità' del foglio per muoversi nello spazio. In Pagine (Madonne delle Ore), realizzato con carboncino e matita nera, tale effetto viene reso dalla sovrapposizione di due strati di carta intelaiati l'uno sull'altro, come pagine rilegate di un libro. Gli oggetti rappresentati sul secondo foglio sembrano fluttuare sulla raffigurazione sacra ritratta nel primo. Il soggetto della Madonna con Bambino, così come l'idea del rapporto tra miniatura e pittura a olio, derivano dall'arte fiamminga del XV secolo; sia nell'opera originale a firma di un seguace di Robert Campin che in quella di Albiero gli oggetti vengono fatti 'rivivere' attraverso un nuovo soffio vitale, sembrano voler parlare e raccontare al pubblico le loro storie collocate in un tempo indefinito e sospese in uno spazio ozioso. 

Articolazione n.2 di Iside Calcagnile – installazione realizzata con legno, rami, pittura e stucco – si propone come una riflessione sul rapporto tra la porzione (il ramo) e il tutto (il corpo). La scomposizione e la frammentazione operata dall'artista sull'elemento naturale non è altro che la trasposizione del procedimento linguistico di suddivisione della parola e della locuzione. I rami potati diventano generatori di nuova vita e di nuove relazioni con gli elementi contigui, nonché dispositivi segnici. È, quindi, a partire dall'osservazione e dallo studio della natura che nasce l'intuizione dell'artista.

 La natura raffigurata da Giulia Dall'Olio - sia nei suoi disegni a carboncino e pastello su carta che negli oli su tela o su tavola - è una natura selvatica, potente e rigogliosa, una natura incombente e piena di sacralità. I paesaggi ritratti dall'artista catturano lo spettatore trascinandolo al loro interno e inducendolo ad una esplorazione che è sia quella fisica della vegetazione folta e misteriosa che ricerca interiore. I colori ombrosi con cui viene delineato il dato naturale riflettono la dimensione oscura di tale riflessione.

L'universo immaginifico ritratto da Jessica Ferro trae ispirazione dall'entomologia e dalla botanica: frammenti organici e fossili, dettagli macroscopici di insetti e di vegetali vengono riprodotti sulla carta con segni e tracce che alludono a ciò che sono, senza manifestarlo apertamente. È nella dissimulazione che nasce la conoscenza, una conoscenza accidentale e intuitiva capace di disvelare ciò che si nasconde ambiguamente nella forma. Le sue installazioni ambientali site-specific immergono e avvolgono lo spettatore, che può addentrarsi in questo mondo ed esplorarlo da diverse prospettive per rintracciare un senso, il proprio senso, nelle enigmatiche figure ritratte. Per la realizzazione delle opere l'artista impiega più procedimenti, che vanno dalla pittura alle tecniche incavo-rilievografiche sperimentali.


C'è un piacere nei boschi inesplorati,

C'è un'estasi sulla riva solitaria,

C'è una società dove nessuno si intromette,

Vicino al mare profondo, e la musica nel suo ruggito: 

Non amo meno l'Uomo, ma più la Natura

[Lord Byron]

2EdmundBurke, A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautifull, 1757;

3 Tecnica a lume: barrette di vetro scaldate sulla fiamma e modellate prima che la materia viva si rapprenda.

4 Performer: Katarina Nesic - Music by Sami El-Enany

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